CON IL D.L. DEL 7 MAGGIO SCORSO, CRESCONO LE RESPONSABILITÀ PER L'INPS NELLA DIGITALIZZAZIONE DEL PAESE, ANCHE PER QUANTO RIGUARDA L'ATTIVITÀ DI INCONTRO FRA DOMANDA E OFFERTA DI LAVORO
Sono passati oramai più di trenta anni dalla “legge Biagi” (d. lgs. 276 del 2003) e la sola parte di quella riforma che resta ancora oggi in vigore senza aver conosciuto modifiche o stravolgimenti è il riassetto dei servizi all’impiego (un tempo si sarebbe detto: “il collocamento”) che, tuttavia, aspetta ancora di essere completato mediante la creazione di una piattaforma unica, capace di concentrare in un unico luogo telematico le offerte e le domande di lavoro. La cosa, in un tempo nel quale si discute delle applicazioni dell’intelligenza artificiale, può apparire incredibile, se non fosse che una vera e propria accelerazione è dovuta alla introduzione del reddito di cittadinanza, avvenuta nel gennaio 2019 con il decreto-legge n. 4.
Per evitare, infatti, che i beneficiari del sussidio rimanessero a vita disoccupati è stato previsto un raccordo con il sistema del collocamento pubblico, creando un percorso assistito di accompagnamento al lavoro. Già grazie alle previsioni del d. lgs. n. 105 del 2015, all’interno della riforma del Jobs Act, infatti, si era regolato in maniera minuziosa l’accesso dell’utente al servizio pubblico, mediante la registrazione sul sistema informativo unitario delle politiche del lavoro (di cui all’art. 13, d.lgs. n. 150/2015). È in quel momento che il soggetto (salvo che non si sia già rivolto all’INPS per la richiesta di NaSpI) è tenuto a dichiarare la propria immediata disponibilità al lavoro, rispondendo ad un questionario, che consente di attribuirgli in via automatica una prima profilatura. […]
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