Intervista a VINCENZO CRISCITELLI
HR Manager presso AMC Italia
Ci vuole raccontare il suo percorso professionale?
Vincenzo Criscitelli, prossimo a compiere 64 anni quindi ormai sul viale del tramonto dal punto di vista professionale, ma ancora molto appassionato al mio ruolo. Dopo una laurea in giurisprudenza ho intrapreso i primi passi in una nota società di assicurazioni italiana, dopodiché in una società di brokeraggio occupandomi di temi di responsabilità civile.
Passo poi ad operare in un gruppo multinazionale della chimica tedesca BASF dove resto per 12 anni, iniziando prima nell’ufficio legale e poi avviato nelle Risorse Umane. Il mio maestro di Risorse Umane in BASF mi disse che per fare il Direttore delle Risorse Umane prima devi passare dall’Amministrazione del personale perché “i numeri” ti serviranno tanto.
Ora, da quasi 20 anni, i quali li compirò il prossimo settembre, sono in AMC. A differenza di BASF, AMC è una multinazionale che opera in un campo particolare, quello della vendita diretta, a domicilio. Mi occupo delle due legal entity in Italia che sono AMC Italia che è l’azienda commerciale, quella che vende attraverso la vendita a domicilio i nostri prodotti al consumatore finale. C’è poi Alfa Metal che è la fabbrica di produzione.
Ho un contratto da gestire metalmeccanico per quanto riguarda la fabbrica e un contratto di commercio per quanto riguarda la parte commerciale. È una bellissima esperienza perché mi consente di essere un Direttore del Personale molto poliedrico, con approcci diversi. L’approccio della produzione è molto rigido, di grande ordine organizzativo. Nell’altro caso hai a che fare con i creativi, marketing, persone delle vendite. Due contesti diversi dal punto di vista culturale, relazionale e sindacale.
L’impegno maggiore sta proprio nella necessità di dover adeguare le relazioni a seconda della sede in cui mi trovo; cambiare “chip” a seconda del contesto.
Negli ultimi 20 anni penso di aver prestato grande attenzione alle persone. L’obiettivo era di creare un ambiente di lavoro in entrambi le sedi quanto più confortevole possibile.
Nel sito produttivo vai a privilegiare parametri di sicurezza elevati e la possibilità di creare minori impatti possibili sulla vita famigliare, cosa non semplice quando le esigenze produttive richiedono turni di lavoro dalle 6 del mattino alle 22 di sera oppure se hai necessità di cambiare turni con poco preavviso. Bisogna puntare molto sulla disponibilità delle persone che devi ripagare cercando di essere quanto più possibile attento alle loro esigenze.
Con iniziative di welfare si è cercato cercare di aumentare la capacità di spesa dei salari, che nei contesti metalmeccanici sono più contenuti rispetto a quelli commerciali.
In AMC Italia abbiamo cercato di creare il massimo del bilanciamento tra la vita lavorativa e personale. Motivo per cui ormai già da pre-covid abbiamo adottato lo smartworking. Siamo partiti con 4 giorni al mese, oggi siamo a 10 giorni al mese di smartworking. Uno smartworking fatto intelligentemente dal punto di vista anche di sostenibilità dei costi e della sostenibilità ambientale.
Facciamo smartworking di lunedì e venerdì per far sì che gli impianti di riscaldamento e condizionamento funzionino solamente nei tre giorni centrali della settimana. Abbiamo cercato di abbinare le due cose. Chiaramente questo in fabbrica non è possibile perché l’attività è distribuita sui 5 giorni e delle volte anche il sabato.
Abbiamo esteso il full-smart a richiesta per le lavoratrici-madri.
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