Intervista ad Alessandra Sama
HR Director Medtronic
Ci vuole raccontare il suo percorso nell’ambito delle Risorse Umane?
Sono laureata in Scienze Politiche alla LUISS di Roma con indirizzo relazioni industriali. La dinamica tra mondo datoriale e sindacale così come tutto ciò che ruota intorno al mondo delle Risorse Umane mi ha sempre affascinato. All’epoca però non avevo ben chiaro che cosa significasse fare risorse umane e neanche che percorso seguire per arrivarci. Dopo essermi laureata nel ’95 ho fatto un master a Bologna in relazioni industriali e risorse umane e ho avuto la fortuna di avere Marco Biagi come docente di alcuni moduli. E quello è stato il momento per me di svolta che mi ha dato una bella panoramica di cosa si fa in HR. Attraverso questo master sono riuscita ad entrare nel mondo del lavoro con uno stage HR in un’azienda che si chiamava Albacom, StartUp del mondo delle telecomunicazioni. Era il periodo del boom del settore, i primi cellulari si affacciavano al mercato, tutto era in fibrillazione, quindi c’era tanto da fare nell’HR. Lo stage mi ha permesso di capire cosa significa fare HR, non solo buste paghe, ma tanto altro. In seguito sono stata confermata con un contratto di formazione-lavoro e, dopo un paio di anni, l’allora HR Director, che veniva da General Electric, mi ha chiesto di trasferirmi da Roma a Milano per diventare responsabile della selezione. Da un punto di vista personale ero un po’ titubante di lasciare la famiglia e gli amici, ma il ruolo era molto interessante, ero giovane, sarei stata nell’Headquarter e avrei avuto l’opportunità di lavorare a stretto contatto non solo con il direttore delle risorse umane ma anche con tutto il leadership team. E quindi, in poche ore, ho deciso di trasferirmi e in un paio di giorni, tra Natale e Capodanno, ero a Milano. Quel periodo è stato molto bello, molto formativo, ho imparato tanto anche dall’approccio General Electric che si sentiva tanto in azienda. Poi ho avuto l’opportunità di scegliere tra due offerte di lavoro, sempre in ambito telecomunicazioni, e il fatto di avere un paio di offerte tra cui scegliere credo sia qualcosa che capiti una volta nella vita. Una di queste era Vodafone, che allora si chiamava Omnitel. Sono entrata come HR Business Partner di alcune funzioni. Parte dei miei interlocutori erano a Ivrea, quindi andavo spesso avanti e indietro, ma non mi pesava, anzi lo trovavo molto stimolante. Anche qui c’erano tante progettualità, l’azienda era in forte espansione, molte assunzioni, molti cambi organizzativi. C’erano due persone alla guida di quell’azienda che per me sono state fondamentali, uno era Vittorio Colao, l’Amministratore Delegato e l’altra Monica Possa, che dirigeva l’HR e che hanno lasciato il segno… è stata una palestra formativa molto importante perché c’erano davvero tante iniziative HR, all’epoca molto innovative, dal feedback dal basso, ai programmi di formazione e sviluppo estremamente moderni, ho visto e imparato davvero molto. Questo ruolo mi ha inoltre consentito di sviluppare una visione a 360 gradi di tutte le aree HR. Quindi, se prima in Albacom avevo visto solo la selezione, qui ho potuto approfondire tante altre tematiche e questa esperienza mi ha fatto capire che il ruolo a tutto tondo è quello che preferisco, rispetto a quello con una competenza specifica, anche perché il ruolo dell’HR Business Partner è molto a contatto con i leader e con le dinamiche di business. Poi c’è stato il momento in cui Omnitel è stata acquisita da Mannesmann ed è diventata Vodafone e questo è stato un cambiamento epocale per l’azienda perchè da una struttura, una visione e un mindset prettamente nazionale è entrata in una realtà internazionale. Quindi tutto è cambiato e in questo l’HR ha giocato un ruolo chiave come facilitatore del cambiamento, aiutando le persone a sviluppare un diverso approccio.[…]
La lettura di questo contenuto è esclusiva per i soci di GIDP.
DIVENTA SOCIO GIDP
- Partecipazione a convegni e webinair
- Accesso esclusivo all’arena riservata
- Accesso ad HR FOCUS INSIGHT
e molti altri benefit!