Intervista a Nadia Bertaggia

Iniziamo da un breve racconto di Nadia Bertaggia e da dove nasce la vocazione per le Risorse Umane?

Il mio ruolo mi appassiona moltissimo e la vocazione per le risorse umane nasce da quando ero ancora molto giovane. Ero ancora adolescente quando mi divertivo tantissimo a leggere i libri che spiegavano i comportamenti e le ragioni di questi comportamenti umani, nella società e nelle organizzazioni. ro costantemente spinta dalla necessità di capire perché le persone si comportavano in un modo piuttosto che in un altro, di capire le origini di tanti stereotipi e perché le donne venissero  trattate  diversamente dagli uomini e dovessero rispondere a precise aspettative. Tutto questo mi porta a una ricerca continua per capire e darmi delle risposte. Ho deciso di andare a lavorare e studiare all’estero per  vivere in un contesto  più vicino  alle mie esigenze, poiché trovavo il contesto italiano in quegli anni c non rispondente ai miei bisogni e alle mie aspettative. Decisi di abbandonare le attività che svolgevo in Italia e di proseguire a Londra con un lavoro a tempo pieno e la mia laurea in psicologia del lavoro serale. Dalla psicologia del lavoro, presso l’università di Londra, si avvicenda una borsa di studio che offre il governo inglese dopo la laurea a studenti meritevoli e io continuo il mio percorso presso Imperial College (università di Londra) nella facoltà di ingegneria. Studio l’impatto della tecnologia sull’essere umano, e mi specializzo in economia  e sul cambiamento organizzativo. A questo punto vengo chiamata da Olivetti, ancora una grandissima azienda, in quel momento siamo nella seconda parte degli anni ’80 e vengo assunta nel centro di psicologia all’interno della direzione risorse umane. […]