Giovedì 25 GIUGNO – alle ore 17.30

Improvvisamente ci siamo trovati tutti a lavorare da casa. Lo abbiamo chiamato smartworking per comodità, anche se aveva poco o nulla a che fare con il lavoro agile previsto dalla legge.

E’ stato un grande esperimento sociale che ci ha fatto vincere alcune resistenze e alcuni dubbi e che ci ha consentito di capire che si può lavorare da remoto.

Abbiamo anche capito, però, che non ci sono solo luci: lavorare da remoto per lungo tempo può comportare, ad esempio, l’insorgenza di stress, la necessità di inventare un nuovo metodo di gestione delle risorse umane, l’esigenza di avere tempi e spazi entro cui contenere le pretese dei capi e dei colleghi. E, ancora, stabilire se il datore di lavoro deve sostenere gli oneri legati alla postazione di lavoro casalinga e ai costi generali (es. corrente elettrica e riscaldamento, buoni pasto), se e in che limiti il datore di lavoro e l’INAIL possono essere responsabilizzati in tema di incidenti sul lavoro.

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