Intervista a Chiara Mangiarini

Ice Pharma è una multinazionale chimico farmaceutica con Head Quarter in Italia, che produce e commercializza principi attivi, in particolare l’acido ursodesossicolico utile alla creazione di farmaci che curano patologie prettamente legate al fegato e alcune malattie neurodegenerative. Ice Pharma ha anche una divisione che si occupa di farmaci a più ampio spettro.

Chiara Mangiarini è stata nominata dirigente molto giovane (34 anni). Ci racconta come ha raggiunto questo traguardo?

Anzitutto mi ha aiutato la sponsorship dei mentori e dei capi che ho avuto, penso in particolare ad una persona che oggi ricopre il ruolo di general manager corporate di Italmatch Chemicals, una multinazionale italiana della chimica di specialità. Un capo che, ha creduto in me “nonostante fossi giovane e donna”, mi ha dato grandissime opportunità, facendomi imparare a costruire team, girare il mondo, esercitare il mio ruolo e imparare al meglio come devono essere svolte le attività in diversi contesti culturali e normativi. Cerco di replicare il suo esempio ogni volta che ne ho l’occasione, poiché  avere qualcuno che crede in te ed è disposto a formarti a 360° è fondamentale. Altro elemento importantissimo è lo studio, essere quanto più preparati possibile. Da un lato partecipando a corsi di formazione tenendosi quanto più aggiornati possibile, dall’altro lato partecipando ad attività di associazione di categoria industriale e merceologica o funzionale come ad esempio GIDP, mettendo quindi in circolo e a disposizione degli altri ma anche con disponibilità a raccogliere tutte quelle best practices che poi possono essere implementate e adottate al contesto in cui si opera. Il terzo elemento è sicuramente una grande disponibilità, nel mio caso è stata disponibilità a trasferirmi nelle città presso quali le mie aziende avevano sede e a viaggiare tantissimo unita a tanta umiltà e voglia di imparare e mettersi in gioco. Quindi questi tre elementi fondamentali: un capo che ha creduto in me, lo studio e la disponibilità a mettersi in gioco. […]